NON CHIAMIAMOLO MAL DI TESTA

L’emicrania è una vera e propria patologia che sconvolge la vita di molti italiani, per lo più donne, che lottano periodicamente contro il dolore, improvviso, profondo e pulsante. Poca l’informazione e molta, invece, la confusione intorno a questa malattia, che spesso è scambiata per un semplice mal di testa.

L’emicrania è una forma di cefalea ricorrente, che si manifesta con attacchi che durano, in media, dalle 4 alle 72 ore. Il dolore si localizza, solitamente, da un solo lato della testa, è pulsante e con un’intensità che va dal livello medio al molto forte. Chi ne soffre, quando arriva l’attacco, può avvertire sensazioni di nausea e vertigine, instabilità, difficoltà a muoversi, fastidio al rumore, alla luce e agli odori.

L’emicrania è in assoluto la seconda patologia più disabilitante del genere umano. Ed è una patologia tipicamente femminile, perché colpisce le donne con una proporzione di 3:1 rispetto agli uomini. Inoltre, nelle donne gli attacchi sono più frequenti e più intensi, con una compresenza di sintomi maggiore.

Il problema evidenziato dalla maggior parte delle persone è che la patologia viene diagnosticata tardi, perché inizialmente confusa con un semplice mal di testa, quello che colpisce almeno tutti una volta nella vita e che passa con un po’ di riposo e qualche antidolorifico. L'emicrania, invece, tende ad avere un andamento più intenso, presentandosi con episodi ripetuti la cui frequenza varia da pochi attacchi al mese fino a coinvolgere, nei casi più gravi, anche più di 15-20 giorni al mese. Gli emicranici che ancora non sanno, però, di esserlo, dichiarano di ricorrere dapprima ai farmaci da banco e poi di informarsi raccogliendo pareri di familiari e amici, leggendo articoli sulla stampa e su internet e, solo successivamente, recandosi dal medico e poi dallo specialista (il neurologo).

I campanelli di allarme

I sintomi per riconoscere l’emicrania sono spesso molto evidenti: l’attacco vero e proprio, infatti, è molte volte anticipato circa 24 ore prima dalla comparsa di stanchezza generale improvvisa, irritabilità, depressione, desiderio di assumere zuccheri. Ma il malato riconosce questi campanelli di allarme con il tempo e solo dopo essere passato attraverso numerosi episodi emicranici. Allora impara a convivere con la malattia, ad avere pazienza, ad attendere che i suoi effetti scompaiano: debolezza, difficoltà gastrointestinali e cognitive, dolore nella zona del capo coinvolta e cambiamenti umorali possono, infatti, persistere per alcuni giorni dopo la conclusione dell’attacco.

Nel 30% dei casi, poi, l’attacco emicranico è preceduto da una fase premonitrice ben precisa, la cosiddetta aura, una condizione caratterizzata da alterazioni sensoriali, disturbi visivi e talvolta anche difficoltà a parlare. Infine, in pochi sanno che l’emicrania è una malattia a carattere familiare con base anche genetica (oltre 38 i geni coinvolti nella patologia), ma gli stili di vita svolgono un ruolo fondamentale: il cervello emicranico, infatti, spende più energia di quella che produce e converte in dolore alcuni stimoli che dolorosi di per sé non sono, come lo stress, le irregolarità nel ritmo sonno-veglia, le variazioni ormonali. Quando l’asticella si alza troppo e al cervello viene richiesta eccessiva energia, ecco che arriva l’attacco emicranico.

È come un virus che attacca il pc: è imprevedibile, non sai quando arriverà e così non puoi fare piani per il futuro, e proprio la paura e l’attesa che l’attacco emicranico sia dietro l’angolo fanno danni enormi, limitando la vita sociale e lavorativa di chi ne soffre.

L'importanza di una diagnosi corretta e tempestiva

Lavorare sugli stili di vita può aiutare e molto: tenere sotto controllo lo stress, condurre una vita sana, con il giusto quantitativo di ore di sonno, una bilanciata e frequente alimentazione lungo l’arco della giornata e un’attività sportiva moderata, ma regolare aiutano ad allontanare gli attacchi. Ma è soprattutto la corretta e tempestiva diagnosi che può cambiare la qualità della vita del paziente emicranico: le soluzioni terapeutiche, infatti, ci sono e possono essere efficaci. Esistono sia farmaci per il trattamento acuto, che riducono il dolore al momento dell'attacco, che farmaci per la prevenzione, assunti con lo scopo di ridurre la frequenza degli attacchi. Individuare la giusta terapia per ciascuno non è sempre semplice, per questo è ancora più importante rivolgersi al medico in maniera tempestiva. Infine, se l’emicrania è una patologia sottovalutata in primis da chi ne soffre, è anche vero che ovunque c’è grande confusione, persino nell’opinione pubblica: i mass media ne scrivono e ne parlano di rado e su internet si trovano notizie sommarie, quando addirittura non ci si imbatte in vere e proprie fake news.

L’emicrania è ben diversa da un semplice mal di testa e va affrontata in maniera strutturata, senza confonderla con un sintomo, ma dandole autonomia. E cercando di affrontarla il prima possibile con tutte le armi a disposizione.

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