IL BENESSERE DELLA PROSTATA

La salute dell’uomo e la sua qualità della vita passano anche attraverso un’adeguata attenzione all’apparato urogenitale.

Prostatite, ingrossamento della prostata, incontinenza urinaria e disfunzione erettile sono i più frequenti disturbi legati a questa delicata parte del corpo maschile. Ecco quello che si può fare, in termini di prevenzione.

I maschi sono parecchio disattenti alla salute del proprio sistema urinario e genitale: solo tra i 10 e i 20 uomini su cento si sottopongono, infatti, a una visita di prevenzione, a dispetto del fatto che i disturbi di questa sfera non siano meno frequenti rispetto all’equivalente femminile. Basti pensare che l’iperplasia prostatica benigna -cioè l’ingrossamento della prostata- interessa già a 40 anni il 5-10 per cento dei maschi e addirittura l’80 per cento fra gli individui di 70/80 anni. L’ipertrofia prostatica benigna è causata da un progressivo aumento delle dimensioni della prostata che, comprimendo i tessuti circostanti, e in particolare l’uretra, ostacola il passaggio delle urine. Il conseguente parziale svuotamento della vescica fa sì che aumenti il numero di volte in cui si avverte lo stimolo a urinare e -sintomo ancor più caratteristico- favorisce frequenti risvegli notturni per recarsi in bagno. Altri sintomi a questi correlati possono essere la difficoltà a iniziare la minzione, un getto più debole e intermittente, un ostinato sgocciolamento dopo aver urinato e la difficoltà o addirittura l’impossibilità a rimandare l’appuntamento con la toilette.

LE CURE

La terapia medica, tanto più efficace quanto più precoce è la diagnosi, può migliorare di parecchio questa sintomatologia, riducendo la crescita della prostata ed evitando la necessità di un intervento chirurgico per l’asportazione parziale o totale della ghiandola in questione. Tra i farmaci potenzialmente utili ci sono i cosiddetti alfa-bloccanti, che rilassano la muscolatura di prostata e vescica così da aumentare la portata del flusso urinario. A questi, il medico potrebbe decidere di abbinare altri medicinali che favoriscano la diminuzione delle dimensioni della prostata.

Studi recenti hanno messo in evidenza anche gli effetti benefici di componenti vegetali come ad esempio l’estratto di Serenoa repens. Si tratta una piccola palma i cui frutti sono ricchi di steroli, acidi grassi liberi, carotenoidi ed oli essenziali. Queste sostanze svolgono diverse azioni, aiutando a mantenere la funzionalità della prostata e delle vie urinarie e favorendo il drenaggio dei liquidi corporei. Perciò l’estratto di questa pianta permette un migliore “lavaggio” delle vie urinarie, aiutando a ridurre l’edema della prostata colpevole di comprimere la vescica e restringere l’uretra. Ma non solo, il beta-sitosterolo contenuto nella Serenoa repens inibisce anche la trasformazione del testosterone in un suo sottoprodotto che stimola la proliferazione cellulare, aiutando a combattere così l’ingrossamento della prostata. Questi estratti non possono considerarsi delle alternative ai farmaci, ma possono risultare d’aiuto quando assunti, a seguito di un consulto con il proprio medico curante.

IL RUOLO DELLA DIETA

Il mancato svuotamento completo della vescica rende più facile a chi soffre di ingrossamento della prostata di incorrere in una prostatite. Questa infiammazione, caratterizzata da frequenti minzioni accompagnate da bruciore, dolori e una sensazione di peso al perineo e ai testicoli, è spesso causata da infezioni batteriche, ma può essere provocata anche da uno stile di vita non adeguato. Particolarmente frequente fra i 18 e i 45 anni, la prostatite viene largamente favorita da una dieta squilibrata, da una scarsa idratazione, da una funzione intestinale irregolare e da abitudini sedentarie. A seconda della causa, può essere curata con farmaci antibiotici e/o antinfiammatori, cambiamenti dello stile di vita e integratori specifici per i problemi urinari. Un’altra possibile conseguenza dell’insufficiente svuotamento della vescica è la formazione di calcoli, dovuti alla precipitazione dei sali contenuti in un’urina troppo concentrata. Per scongiurarne il rischio o per contenerne gli effetti, è bene fare attenzione alla propria alimentazione, tagliando i grassi animali, gli insaccati e tutte quelle sostanze (come spezie, pepe, peperoncino) che rendono più saporiti i piatti, ma che irritano i tessuti intestinali e quelli delle vie urinarie. Inoltre va limitato il caffè e andrebbero evitati superalcolici e alcolici, in particolare la birra perché, a differenza del vino, è ricca di lieviti che irritano questo apparato (la cosiddetta birra cruda, non sottoposta ad alcun processo di pastorizzazione, risulta addirittura una “bomba” di lieviti, e quindi particolarmente sconsigliata). Infine è bene bere molta acqua, da un litro e mezzo a due litri e mezzo al giorno, così da accelerare il ricambio dei liquidi nella vescica, facendo attenzione a non lesinare sul consumo di vegetali e frutta, ricchi di vitamina A (come le carote e le albicocche), E (come gli oli vegetali) e C (come gli agrumi) e di sali minerali come lo zinco e il selenio (presenti, per esempio, nelle noci).

AFFRONTARE LA PAURA

Uno dei grandi spauracchi degli uomini è il cancro della prostata, che nei maschi è il secondo tumore più comune dopo quello al polmone. Va sottolineato che il carcinoma della prostata e l’ipertrofia prostatica benigna non sono correlati, anche se le due malattie possono di fatto coesistere. Le cause del cancro della prostata non sono chiare, ma i principali fattori di rischio risultano la familiarità (chi ha un parente di primo grado che ha sofferto di questo tumore rischia il doppio rispetto agli altri) e l’età. Dato che nelle sue fasi iniziali il tumore della prostata è totalmente asintomatico, può essere diagnosticato solo facendo regolarmente dei controlli mirati, una volta all’anno dopo i 50 anni. Questi controlli consistono sia in una valutazione del dosaggio dell’antigene prostatico specifico (PSA), sia nell’esplorazione digito-rettale che in un’ecografia prostatica. Se i risultati evidenziano un sospetto di neoplasia, si dovrà infine procedere a una biopsia localizzata. Va ricordato che di tumore della prostata si può guarire, ma che le speranze di buon esito sono direttamente proporzionali alla precocità della diagnosi.

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