INTOLLERANZA AL LATTOSIO: COS’È, SINTOMI, TEST E RIMEDI

Di tutte le intolleranze alimentari, quella al lattosio è sicuramente la più diffusa. In Italia, secondo la Società italiana di medicina generale, ne soffre circa la metà della popolazione, con ampie oscillazioni da una regione all’altra. Continua a leggere per scoprire cos’è l’intolleranza al lattosio, quali sono i sintomi, i test diagnostici e come gestirla.

Cos’è l’intolleranza al lattosio?

L’intolleranza al lattosio va ben distinta dall’allergia al latte, una reazione del sistema immunitario, non di rado estrema, alla presenza anche minima di proteine del latte. L’intolleranza al lattosio, invece, è un disturbo dovuto alla carenza più o meno marcata di un enzima particolare, la lattasi (o beta-galattosidasi), che scompone il lattosio, uno zucchero del latte, in due zuccheri più semplici, glucosio e galattosio.

In tutti i mammiferi -e in buona parte degli esseri umani- la lattasi è naturalmente presente e attiva soltanto nella prima infanzia poi, nell’età adulta, si assiste a una progressiva riduzione della sua attività. La sua persistenza è un antichissimo adattamento di alcuni gruppi di umani a una dieta ricca di latticini.

L’intolleranza al lattosio può, peraltro, manifestarsi a qualsiasi età, a volte dopo una forte diarrea, un’infezione o a causa dell’uso prolungato di antibiotici oppure di una patologia infiammatoria intestinale, come, per esempio, la malattia di Crohn.

Quali sono i sintomi?

L’entità e l’intensità dei sintomi correlati all’intolleranza è direttamente proporzionale alla quantità di lattosio ingerita.

I principali sintomi di questa intolleranza sono flatulenze, gonfiore addominale, borborigmi o dolori addominali e diarrea. L’entità dei sintomi è varia e dipende da quanto grave è la carenza di lattasi.

Come diagnosticarla?

Se si sospetta di essere intolleranti, occorre parlarne con il proprio medico o lo specialista che potranno prescrivere gli esami diagnostici per accertarne la reale presenza. Si tratta di test non invasivi, quello più diffuso è il “breath test”, che consiste nell’insufflare in un apposito apparecchio dopo aver assunto una certa quantità di lattosio (richiede una dieta speciale di preparazione nei giorni precedenti all’esame); esiste anche un test genetico, che prevede un semplice prelievo salivare o ematico, e serve per accertare l’eventuale origine o predisposizione genetica all’intolleranza al lattosio.

Come gestire l’intolleranza al lattosio?

Alimentazione: cosa occorre evitare

Ma come si può gestire nel quotidiano l’intolleranza al lattosio? La prima misura da prendere è quella di evitare l’assunzione di latte (non solo vaccino, ma anche di capra, pecora e via dicendo) che non sia delattosato, ossia privato del lattosio nel processo di produzione, che oggi è facilmente reperibile pressoché ovunque.

Per quanto riguarda i formaggi, sono da evitare quelli freschi e a pasta molle, mentre ci si può tranquillamente rivolgere a quelli a pasta dura e semidura (come per esempio grana, parmigiano, etc.), che sono naturalmente privi di lattosio, degradato nel processo di stagionatura.

Va, invece, posta attenzione a salumi e insaccati (come cotechino e zampone), nel cui processo di lavorazione spesso viene usato il latte. A esserne privi sono, comunque sia, molti di quelli marchiati Dop o Igp, la cui produzione deve seguire regole rigide che escludono l’uso di lattosio.

Integratori a base di lattasi

Non sempre, tuttavia, è semplice o agevole attenersi a queste precauzioni, basti pensare a pranzi di lavoro, eventi conviviali, l’immancabile pizza con gli amici o altre occasioni simili. Ma niente paura: da alcuni anni sono disponibili utili prodotti tra cui integratori alimentari a base di lattasi, da assumere prima di ogni pasto a base di alimenti contenenti lattosio.

Per maggiori informazioni si può consultare il sito dell’ Aili, l’Associazione italiana latto-intolleranti.

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