LA CATTIVA DIGESTIONE

Nel corso della storia dell’uomo, la nutrizione si è trasformata da semplice necessità a una forma di piacere talvolta anche molto ricercato.

La maggiore disponibilità di cibo, soprattutto nel mondo occidentale, i nuovi processi produttivi e la grande distribuzione di alimenti lavorati e preconfezionati hanno contributo a cambiare profondamente le nostre abitudini alimentari. Questi cambiamenti hanno avuto un impatto non solo da un punto di vista culturale, ma anche in ambito medico: sono sempre di più, infatti, le persone che soffrono di disturbi della digestione. In questi casi si parla di “dispepsia”, termine medico che indica una condizione generica di “cattiva digestione”. Gli italiani si ritrovano spesso ad affrontare questo tipo di problematiche, per ragioni di varia natura.

sintomi più frequenti legati ai disturbi della digestione consistono in bruciori di stomaco, rigurgito acido, eruttazioni, “alito cattivo” (alitosi) , dolori nella parte alta dell’addome, senso di digestione lunga e faticosa e “fastidio” legato al consumo di alcuni cibi (soprattutto grassi e fritti).

Le possibili cause di questo tipo di problematiche sono varie, e spaziano dalla cattiva alimentazione all’obesità, allo stress psico-fisico, ad eventuali gastriti, alla presenza dell'Helicobacter pylori (il batterio responsabile della gastrite e dell’ulcera), all’ulcera gastro-duodenale, alla celiachia, alla calcolosi colecistica e delle vie biliari, alla malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE) e perfino all’uso prolungato di FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei).

Per intraprendere una terapia corretta occorre innanzitutto consultare un medico, così da ottenere una diagnosi precisa e curare le eventuali malattie che causano la dispepsia, grazie sia agli appositi farmaci che alle indicazioni dietetiche che il medico saprà suggerire strada facendo.

REFLUSSO vs ACIDITA': DUE PATOLOGIE A CONFRONTO

IL REFLUSSO GASTROESOFAGEO

La Malattia da Reflusso Gastroesofageo (MRGE) è una tra le possibili cause della dispepsia. Si tratta di un disturbo comune e nella maggior parte dei casi passeggero; altre volte, invece, si presenta in quanto sintomo di una patologia ben più grave. Normalmente dopo i pasti il cibo attraversa l’esofago e raggiunge lo stomaco, dove l’ambiente fortemente acido permette la digestione degli alimenti, il cui assorbimento avverrà successivamente nell’intestino. Nei pazienti affetti da reflusso tende a verificarsi un riversamento anomalo all’interno dell’esofago dei succhi gastrici prodotti durante le prime fasi di digestione. Questo processo irrita la parete dell’esofago, causando dolori a livello toracico (bruciore retrosternale) e in fase di deglutizione. Un corretto stile di vita ed un’alimentazione bilanciata possono, in prima battuta, contribuire a ridurre la comparsa di sintomi da reflusso.

LE REGOLE D’ORO ANTI-REFLUSSO

  • Dimagrire se si è in sovrappeso e, in caso contrario, mantenere il proprio peso forma.

  • Evitare cibi elaborati (fritti), piccanti, agrumi e pomodori (ovvero pietanze particolarmente acide).

  • Adottare una dieta mediterranea.

  • Fare attività fisica regolare ma non troppo intensa, in particolare dopo i pasti.

  • Evitare di indossare cinture o abiti troppo stretti in vita. 

  • Mangiare lentamente, poco e spesso.

  • Bandire fumo, superalcolici, caffè e cioccolata, e ridurre il consumo di vino (bianco in particolare).

  • Bere molta acqua.

  • Non andare a dormire o comunque sdraiarsi subito dopo mangiato.

  • Passeggiare dopo i pasti.

  • Dormire con la testa e il busto leggermente sollevati rispetto al resto del corpo.

  • Consultare il medico in presenza di sintomi d’allarme (anemia, emorragia digestiva, dolore toracico o disfagia, disturbi notturni, calo di peso ingiustificato).

ACIDITA’ DI STOMACO

L’acidità gastrica, detta anche pirosi, è una fastidiosa sensazione di bruciore che insorge nello stomaco e che, con fasi più o meno intense, tende a risalire verso l’alto. È caratterizzata dall’attivazione di un processo infiammatorio a carico della parete gastrica interna, che aumenta la secrezione di acidi ed attacca lo strato di muco protettivo presente sulle pareti. In genere si presenta occasionalmente, specie in concomitanza di pasti troppo abbondanti, alimenti difficili da digerire, momenti di stress, assunzione di farmaci o abuso di alcool.

L’acidità di stomaco può essere controllata attraverso sostanze capaci di neutralizzare o diminuire la secrezione acida gastrica. Tra queste spiccano gli antiacidi, come ad esempio gli alginati, che agiscono tamponando l’acidità gastrica. Il sodio alginato, reagendo con gli acidi gastrici, crea un gel in grado di proteggere le pareti dello stomaco; altre sostanze come ad esempio il calcio carbonato ed il bicarbonato di sodio impediscono invece che gli alginati si mischino con il cibo e vengano perciò eliminati. L’azione combinata di queste sostanze può aiutare a controllare gli stati d’iperacidità gastrica, prevenendo sia bruciori che dolori di stomaco.

CONSIGLI PER UNA CORRETTA PROTEZIONE DELLO STOMACO

Oggi esistono numerose terapie che permettono di proteggere e difendere lo stomaco dai molti sintomi che possono disturbarlo. Questi farmaci vengono generalmente chiamati “gastroprotettori”, anche se appartengono a classi di medicinali con meccanismi d’azione differenti. Alcuni di questi medicinali sono classificati come farmaci di automedicazione (OTC) e possono essere acquistati in farmacia senza prescrizione medica. Per un uso corretto di ognuno di essi, però, è fondamentale leggere le indicazioni riportate nel foglio illustrativo e prestare particolare attenzione ai suggerimenti del farmacista.

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